SHANKHA E LA POTENZA SACRA DEL SUONO

Da millenni, le antiche civiltà indiane e tibetane impiegano le conchiglie naturali come strumenti musicali rituali e di guarigione.

In India lo shankha è l’attributo principale di Vishnu, il dio che presiede all’equilibrio e alla conservazione dell’universo. Noto come Panchajanya, la conchiglia è spesso raffigurata nella sua mano destra, quale arma divina che ha il potere di creare, proteggere e distruggere. Questa stessa sacra conchiglia, ha inoltre una connessione con la dimensione delle origini del como, essendo uno dei tanti oggetti incommensurabilmente preziosi emersi durante la zangolatura dell’oceano primordiale.

Questo stesso splendido strumento appare nuovamente nella Bhagavad Gita, tra le mani del dio Krishna e dell’eroe Arjuna, quale strumento musicale sacro capace di incitare i guerrieri alla battaglia. Nella ritualità vedica lo shankha è invece lo strumento musicale per eccellenza, impiegato dai sacerdoti, per annunciare l’inizio e la fine dei rituali, con lo scopo così di creare un ponte di suono in grado di mettere in contatto uomini e dei.

Simbolo di fertilità, purezza, buon auspicio e longevità, la conchiglia appare inoltre nella tradizione buddhista, figurando come uno degli Otto simboli auspiciosi, gli astamangala: il suo suono caldo, profondo e melodioso rappresenta inoltre il carattere eterno e onnipervadente dell’insegnamento del Buddha che ha capacità di risvegliare gli esseri di ogni remoto angolo del cosmo dal sonno dell’ignoranza così da indirizzarli nella Via del Risveglio.

Simbolo di fertilità, purezza, buon auspicio e longevità, la conchiglia appare inoltre nella tradizione buddhista, figurando come uno degli Otto simboli auspiciosi, gli astamangala: il suo suono caldo, profondo e melodioso rappresenta il carattere onnipervadente della dottrina buddhista che la ca capacità di risvegliare gli esseri dal sonno dell’ignoranza per incamminarvi nella Via del Risveglio.

SHANKHA E IL POTERE DI GUARIGIONE DEL SUONO

Lo shankha, grazie al suo caldo suono, colmo di vibrazioni dense e vitali, è un potente strumento di terapia: la sua voce, infatti, non solo manifesta nell’etere il suono della sillaba creatrice primordiale OM, ma rivela inoltre la connessione con la dimensione acquatica e con la capacità di “fluidificare” e “revitalizzare” ciò che è “cristallizzato” e “fossilizzato”.

Al tempo stesso la potente vibrazione dello shankha è anche associata alla nozione vedica di Prana, ovvero di “forza vitale universale”.

Secondo lo Yajur Veda, lo shankha possiede inoltre il potere di allontanare gli spiriti maligni e le energie negative, mentre l’Atharva Veda lo associa alla guarigione e alla protezione. Nell’antichissimo testo del Rig Veda, lo shankha è inoltre descritto come “conchiglia cosmica”, associato al dio Varuna, signore delle acque.

Sempre nella tradizione hindu questa stretta associazione esistente tra conchiglie, elemento liquido e potere di guarigione è inoltre sottolineata dal fatto che alcuni potenti esseri divini acquatici, i Naga, abbiano proprio dei nomi che richiamano la shankha: sono infatti questi esseri dalla forma umana e di serpente ad essere considerati gli elargitori invisibili di abbondanza, prosperità, medicamenti sacri e conoscenze occulte.

Inoltre la struttura della conchiglia – con la sua perfetta forma a spirale che ricalca la sequenza numerica di Fibonacci – mostra l’incontro perfetto tra l’armonia del cosmo e quella de microcosmo. In questo senso i shankha conservano impressa in sé l’impronta tangibile dei misteri più profondi dell’universo e della invisibile potenza sacra che gli ha dato forma e che lo alimenta costantemente.

LA SIMBOLOGIA SACRA DELLE CONCHIGLIE

I shankha appartengono alla famiglia delle Turbinella pyrum, provenienti dall’Oceano Indiano e sono di due principali specie:

  • quelle di forma più comuni, noti come Vamavarta shankha, hanno un andamento sinistrorso e antiorario (guardando la conchiglia con la punta distante da noi). Rappresentando l’inversione delle leggi della natura questi tipoi di shankha sono collegati al dio distruttore di negatività Shiva;
  • il secondo tipo, molto più raro, sono i Daksinavarta shankha: con un andamento destrorso e orario (guardando la conchiglia con la punta distante da noi), questi shankha simboleggiano lo spazio infinito dell’universo venendo di conseguenza associati al dio induista Vishnu. Per di più i Daksinavarta shankha sono tradizionalmente ritenuti la dimora della dea della prosperità Lakshmi, la paredra di Vishnu, nonché pregni di qualità medicinali. Inoltre, l’antico testo del Varaha Purana segnala come il bagno rituale svolto usando come ciotola un Daksinavarta abbia il potere di liberare la persona da tutte le maculazioni karmiche negative. Una casa ove sia custodita questa speciale conchiglia, si tramanda inoltre, che sarà benedetta con prosperità e felicità.

La tradizione parla inoltre di altre tipologie di shankha tra i quali:

  • Il Siddha shankha che ha forma naturale di una spirale perfetta. Si dice che possieda grandi poteri spirituali e curativi, venendo considerato il tipo di shankha più potente.
  • Il Moti shankha è uno shankha bianco con migliaia di segni naturali. Si dice che sia estremamente raro e prezioso, e dotato di immensi poteri spirituali.
  • Il Panchajanya shankha: è lo shankha del Signore Vishnu e si crede che abbia il potere di controllare i cinque elementi della natura (terra, acqua, fuoco, aria ed etere).
  • Il Devadatta shankha è lo shankha di Arjuna, l’eroe della Bhagavad Gita. Si dice che abbia il potere di garantire la vittoria in battaglia.
  • Il Paundra shankha è lo shankha di Bhima, sempre menzionato nella Bhagavad Gita e che si crede che abbia il potere di distruggere il nemico.
  • Il Gaurmukhi shankha è lo shankha del Signore Shiva associato al potere di protezione dei devoti da ogni male.